• Credito - Una possibile  misura  per la credibilità del sistema  creditizio

Recentemente la banca d'Italia ha approvato, su direttive europee, delle misure  per controllare il flusso dei prelievi di contante dalle banche; una misura  che si collega male con i fatti che hanno finito per vedere  prestazioni delle banche recentemente esposte da larga frazione dei crediti deteriorati ( prestiti in essere) verso il pubblico e le imprese.    non è consequenziale che a fronte di una discutibile gestione dei risparmi da parte delle banche si pongano misure per di fatti imporre ai correntisti difficolta' a prelevare soldi   o limitare l'uso di contanti. 

 I crediti deteriorati sono delle giacenze di crediti bancari cumulati in decenni che le banche nascondevano e minimizzavano non lasciando trasparire dai conti la effettiva situazione di insolvenza di debitori. Quando sono arrivati alla superficie delle cronache è emerso che delle masse di denaro notevoli, per quanto riguarda l'italia crca 1/4 del PIL nazionale, erano a rischio di perdita, che hanno riguardato praticamente tutte le banche chi piu' chi meno.  Questa situazione si è verificata non solo in Italia ma ovunque nei paesi occidentali. Per cui riguarda il sistema bancario internazionale per se. 

La crisi del credito iniziava negli USA gia da prima della crisi del 2008 e in Inghilterra dove le perdite si registrarono piu' del doppio di quelle italiane ( 500 miliardi di sterline) e negli USA il triplo degli inglesi. In Italia la commissione parlamentare di inchiesta alla camera sembra aver stabilito che i crediti deteriorati fossero responsabili principalmente le imprese e, secondariamente, le famiglie private. In secondo luogo che, fattore comune, della situazione sarebbero responsabili le banche dovuto a leggerezze nelle pratiche di affidamento dei fidi e prestiti in fase di istruttoria per cui si prestava soldi a aziende in situazione di solvibilita' precaria.  Il primo interesse che conta quando si amministra il denaro di terzi e' quello dei titolari dei depositi che, fidandosi della reputazione del sistema, si vedono questi istituti fare un uso sregolato e magari fazioso del proprio denaro che questi casi mostrano va a aziende di poca reputazione e va perso. Senza meno quindi una azione di ordine e di legge deve tutelare meglio il risparmio dei depositanti.

  Indubbiamente una misura ideale legislativa dovrebbe puntare a minimizzare questa pratica di affidare prestiti senza le dovute verifiche patrimoniali, misura quanto mai di ampio raggio che spazia dalle normative sulle concessioni prestiti alle verifiche di controllo sugli istituti. Sopratutto garantire una effettiva capacità per i risparmiatori di ritirare  i soldi dalle banche. Una direzione normativa ideale dovrebbe poter puntare ad esempio  a chiedere alle banche maggiori riserve per far fronte a potenziali perdite. Sia per quanto riguarda i risparmiatori che devono essere indennizzati in caso di insolvenze, sia per far fronte a ridurre il rischio default sui prestiti. ( quindi fare meno prestiti selezionando  i migliori richiedenti) che a ridurre il rischio panico.

  Per comprendere questo aspetto si puo' fare un raffronto tra banca di deposito, come sono tutte le banche in commercio, e la societa' autonoma di finanziamenti. Il finanziatore privato, quando presta i soldi deve giocoforza cancellare dall'attivo le sue giacenze; cio' per il semplice motivo che quei soldi non li ha piu'. Non puo' piu' andare a fare impieghi con i soldi che ha prestato. Nella banca, invece, il possessore dei soldi non e' la banca ma il privato depositante il quale reclama tutti i soldi sempre per l'intero ammontare dei depositi. Per cui ne deriva che una banca in questi anni ha su ogni 100 euro di depositi, 90 euro di prestiti ma mai puo' andare dai correntisti a chiedergli di far fronte ai prestiti in default se i prestiti vanno in malora.  Per cui se supera quota 10% di sofferenze gia non ha i mezzi per coprire tutti i depositanti. Cio' per non parlare che dei rimanenti 90, sono tutti imprestati e non ne dispone comunque nell'immediato.  Per cio' una politica che fa qualcosa necessariamente contro il panico  deve essere, aut alia quella di aumentare le riserve obbligatorie delle banche e facilitare la opzione per i risparmiatore di utilizzare denaro in forme alternative. 

Per quanto riguarda  La riserva obbligatoria, questa è un minimo, in rapporto alla raccolta totale, fissato dalla banca centrale che ciascuna banca deve tenere per se o presso la banca centrale stessa.  A conti fatti, in una economia di reputazione, tale limite dovrebbe essere del 50%. Per cui per ogni 100 di depositi , la banca presta 50 ed il resto li accantona a rischio.  Chissa' se la banca europea che dirige ormai il sistema bancario europeo, non arrivi a avviare una politica  per aumentare le riserve obbligatorie delle banche che darebbe credibilita' al sistema e garanzie ai depositanti.  I recenti eventi dei crediti deteriorati dovrebbero suggerire meno condiscendenza  verso il sistema bancario di imprestare multipli delle riserve.   Soprattutto abbandonare la pratica di imporre  limiti di  legge al contante utilizzabile nelle transazioni  o prevelabile dagli istituti. 

Credito - Una possibile misura per la credibilità del sistema creditizio