•  Una possibile causa di disoccupazione giovanile

  Secondo le recenti cronache, la disoccupazione giovanile  raggiunge soglie superiori al 30% in Italia e ovunque nei paesi europei. Nel meridione e' di oltre il 50%. Il tasso di disoccupazione è quella frazione di lavoratori iscritti nelle liste in cerca di lavoro tra i 18 e i 25 anni. Il quesito e' quindi: perche' i giovani soffrono piu disoccupazione degli adulti? E' un fatto connesso con la  situazione economica nazionale , con uno stato di  occupazioni non ufficiali, con insufficienti esperienze lavorative? Senz'altro questi motivi giocano la loro parte ma   vi è una altra verità che si evince da pareri e voci che si sentono qua e la; questa situazione potrebbe essere risultato di una discriminazione che non e' molto all'agenda oggi dei politici: quella su base dello stato civile. Questa e' quella pratica per cui si condizionano determinati benefici, nel caso più all'attualità, un posto di lavoro  ad un avvenuto matrimonio.  Una discriminazione presente da secoli che riguarda sia uomini che donne e che  si basa sul fatto che la gente deve dare segni di accettazione di  decoro etico sociale costituito dal matrimonio prima di essere assunta, ricevere un finanziamento, o un altro beneficio o servizio statale.  Siccome tra i giovani alta e' la percentuale di quelli non sposati, questo si traduce in   disoccupazione. Una risposta semplice ma non proprio all'ordine dei regolamenti che si attua un po' con le persuasioni del caso in modo sregolato tra punti di assunzione di enti e società, banche e anche uffici pubblici complice la assenza di una legge specifica a prevenirla.  La discriminazione sullo stato civile ha un connotato dovuto a credenze religiose, anche  connesso con il preservare la base dei fedeli alla religione  dominante.  Come si batte la discriminazione? Sembra che il fatto viene imposto un po dovuto all'assenza di una cognizione che esistono classi che hanno interesse a imporre questo ordine.  Nelle organizzazioni impiegatizie si fanno strada individualismi che si insediano nei punti di assunzione. A livello politico si necessiterebbe una legge che la vieti anche a livello sindacale. Cio renderebbe piu' difficile agli addetti  imporre condizioni etiche  a  chi  in cerca di impiego.  Si dovrebbero condurre sondaggi per individuare i modi e la diffusione della pratica nonchè campagne di sensibilizzazione dentro le aziende, sindacati e tra la gente per favorire le segnalazioni di abusi. Affidare le assunzione sempre a comitati di almeno 3 persone che verifichino che  le corrette graduatorie vengano applicate a tutti gli aspiranti di impiego.      Una efficiente campagna contro la discriminazione su base stato civile con leggi potrebbe contribuire ad un sensibile aumento della occupazione   dove potrebbero essere  milioni i lavoratori fuori dalle liste per motivi etici tra varie fasce di età.   (Luglio 2020)

Una possibile causa di disoccupazione giovanile