•  Tasse sul reddito proporzionali progressive o regressive?

Sull'onda della rivolta fiscale degli anni 80 negli USA, le aliquote di tassazione dei redditi di persone hanno avuto una forte riduzione attraverso tutti gli stati occidentali.con effetto per gli scaglioni piu' alti. Dal 60/70% dello scaglione massimo queste sono scese fino al 40%; si argomentava che ridurre le aliquote avrebbe causato una crescita dei redditi e, anche dovuto a minore evasione fiscale, una crescita del gettito all'erario. Il sistema si e' mosso cosi, superata una certa soglia di reddito, verso uno a aliquote costanti. Tipicamente i sistemi di tassazione dei redditi di persone sono costituiti oggi da 3 principali scaglioni, 20, 30 e 40 % con piccole differenze. Un risultato rispetto a quanto si vedeva negli anni 70. Oggi nei paesi OCSE, il record di tassazione sugli scaglioni di redditi spetta alla Svezia con il 57%. Sono alte ancora le aliquote in Finlandia, Danimarca, Austria , Olanda, Belgio oltre il 50%. In Italia sono il 42%. Francia , Germania e Inghilterra al 45%, negli USA sono al 37%. La abbastanza corretta impostazione su questi principi potrebbe essere in effetti una strada ancora intermedia dove si potrebbe argomentare che queste aliquote potrebbero anzi scendere oltre una certa soglia di reddito. Per cui sarebbe corretto parlare di aliquote fiscali a proporzionalità regressiva o discendente. Per spiegare cio' , bisogna ricorrere ai principi della concezione della tassa sul reddito e della utilita' marginale del denaro guadagnato. Secondo le leggi economiche, una persona, al crescere dei suoi guadagni da minor valore a incrementi del proprio reddito. 1 euro guadagnato da chi ha un reddito basso vale di piu in termini di beneficio di quanto lo stesso euro non faccia ad uno che guadagna il doppio o il triplo. In gergo, la curva della utilita' marginale del reddito decresce al salire del reddito. Agli inizi del XX secolo che veniva introdotta la tassa sul reddito, si argomentava che poiche' cio', una sterlina ( la tassa sul reddito veniva introdotta in Inghilterra) levata a un ricco creava piu' beneficio se veniva passata ai meno ricchi, perche' la utilita' o beneficio per la collettività da questa redistribuzione aumentava. Il principio dei marginalisti neoclassici era anche ispirato con un fine ma veniva applicato in modo non corretto e forse anche non sincerissimo nel loro proposito. A fronte di questi principi si possono fare delle considerazioni:

la prima è che ad aumentare la utilita' complessiva per una società nel suo insieme e' sufficiente la proporzionalita' semplice e non c'e' necessita' di un proporzionalità progressiva. Uno che guadagna 1000 e paga 40% di tasse, paga 400 al fisco. Uno che guadagna 100 ne paga 40. Quei 360 vanno a livellare i redditi per cui l'effetto ridistributivo sotto la proporzionalita' non e' mai in discussione.

Seconda considerazione e' che lo stato, anche se deve fare redistribuzione, si deve prefissare anche di aumentare la ricchezza complessiva, ovvero la produzione nazionale. Sotto questa prospettiva, necessariamente per mantenere il ricco piu' al lavoro e farlo produrre, e cosi' fargli impiegare i suoi capitali, poiche' il disincentivo che egli ha a lavorare oltre una certa soglia di guadagni, e' bene che la proporzionalità fiscale diminuisca per tenerlo invogliato al lavoro. Tolte le agevolazioni per i redditi piu' bassi fino ad un soglia media che sono irrinunciabili, il principio di utilita' paretiano suggerirebbe invece che le aliquote dovrebbero iniziare a scendere. Per cui non errato che chi guadagna 100.000 euro e paga 40.000 di tasse, i successivi 100.000 pagherebbe una aliquota al 35% e perche' no, per i successivi al 30%. Tanto ormai le tasse in piu da ridistribuire, come detto , le paga.

In ultimo, Il fine della tassazione è cercare di tassare in misura dell'uso che uno fa del bene pubblico.; il principio che serva a punire il guadagno e' del tutto inesatto. Una concezione che si origina in principi etici di stampo canonico che non dovrebbe farsi strada nelle leggi. Sulla ricchezza esistono le tasse sulla proprieta', sulle auto, sulle rendite. Le tasse sul reddito progressive si pagano principalmente per garantire ai contribuenti con i redditi piu' bassi delle agevolazioni e non per tassare i piu' ricchi di piu' per principio sociale.

La verita' e' che per questi 3 motivi, se lo stato si pone il fine di guardare al benessere collettivo, sarà' corretto adotti una proporzionalità decrescente superata una certa soglia, anche, perche' no, stabilendo un massimo di tassa per cittadino per redditi oltre il quale  si paga nulla.

( Febbraio 2020)

Tasse sul reddito proporzionali