I RISCHI PER L'ECONOMIA DALLA CRISI EST EUROPEA

La questione Europa stati russi mette in rilievo una situazione che ai piu' oggi sfugge.

Si ha la tendenza a inquadrare il problema sopravvenuto nell'area est europea come sia veramente uno che pertiene la difesa di uno stato da un altro in relazione a conflitti loro e non una fatto di contesto piu' ampio politico.

In precedenti articoli si è descritta la necessità di un intervento degli europei a sostegno di questo stato come un fatto evitabile sia dal punto dl diritto che da quello della convenienza economica.

Il fatto è che vi e' un contesto estraneo a queste vicende. Se si guarda, astraendosi dalle immagini dei media sui fatti e luoghi di battaglia, a qualche anno prima ma non molto nel 2016, un referendum in Inghilterra sanciva l'uscita della Gran Bretagna dall'Europa Unita. Nei fatti l'Europa e' stata caratterizzata da questa presenza inglese che pero', facendosi sempre piu' difficile la convivenza da ambo i fronti, sia per il carattere monarchico dello stato che per motivi di autonomia della nazione, questa unione e' diventata costosa per gli inglesi. Cosi' di fatto gli inglesi uscivano dall'Europa su referendum in cui entrarono nel 1974.

Difatti si potrebbe supporre, in questo contesto, realistico che l'Europa potesse perseguire scopi piu' suoi insiti in una politica continentale nell'ottica degli interessi di singoli stati ed in particolare potesse farsi strada una politica in direzione di una intesa tra Europa e stati russi senza inglesi. Gli inglesi, si sa, sono tradizionalmente opposti, come monarchia, alla repubblica russa sin dalla rivoluzione del 1917.

In questa ottica sembra quindi inserirsi questa campagna pro Ucraina, uno stato alla fine di orbita russa che i fatti dicono molestava un po le minoranze autonomiste di alcune sue regioni impedendogli autonomia politica. Un evento che il buonsenso avrebbe dovuto vedere gli europei non schierati.

La campagna USA e' stata invece incessante da prima dell'attuale governo democratico al fine di fare apparire questa nazione una vittima e la Russia un aggressore che andava opposto. I destini della questione di fondo, ovvero le autonomie delle regioni autoproclamatesi, andarono in secondo piano offuscate da questo piu' grande contesto.

Si puo' dire che tanto hanno fatto e speso gli USA con campagne, invio di armi, conferenze e propagande sui media, che alla fine hanno dirottato tutti verso questa loro visione e di fatto sancito un occidente che si dichiarera' oggi opposto ai russi, nazione definita ormai nuovo  aggressore,    impedendo così un potenziale accordo Europa – Russia, inimico agli interessi britannici.  Gli stati europei, dal canto loro,  non hanno saputo prendere la leadership nella contesa proponendo una soluzione di compromesso di pace che avrebbe dovuto ruotare sull'unica strada possibile, ovvero il farsi garante delle autonomie delle regioni autoproclamatesi da influenze di entrambi gi stati (Ucraina, Russia). Soluzione che non si è mai sentita ai tavoli diplomatici. 

Questa situazione porta a congetturare alcune riflessioni in merito all'impatto economico.In primo luogo, la considerazione che oggi si puo' fare e', se si guarda alla questione in questi termini, di valutare i rischi di una guerra se i  russi prenderanno il controllo della nazione ucraina.

Gli occidentali con l'Italia, opporranno diplomaticamente sempre il fatto sostenendo i dissidenti ucraini e rendendo la vita difficile ai nuovi occupanti russi. Il tutto quindi che  si puo' prevedere si materializzerà in una sorta di nuova guerra fredda USA - Russia con europei schierati con i primi. 

Una situazione nella quale si puo'  intravedere che gli operatori imprenditoriali e commerciali rappresentati dalle loro associazioni, i mercati azionari e la voce dei risparmi della gente implicati, fanno e faranno pressioni per limitare un interventismo bellico; i  governi che alla fine rispondono ai pareri  economici, non potranno che  dare ascolto a queste opinioni; con cio'  i rischi di una guerra occidente - Russia alla fine potrebbero essere bassi anche in caso di una presa russa. Rimarranno tuttavia impatti sulla economia  dei mercati delle materie prime ed in particolare dei beni energetici  che saranno sempre a al centro di instabilità da questi eventi finche' la crisi perdurera'. Infine un corso di sviluppo europeo che non progredirà in quelle regioni come avrebbe potuto dovuto ai molto deteriorati rapporti tra stati.  

 

 

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