Capitalismo e meritocrazia

Il quesito se il capitalismo sia dannoso o meno, se sia un modello economico industriale valido non è di facile risposta. Il fatto e' che la cultura economica ancora non ha compreso il fatto appieno e non tutte le vedute sui sistemi socioeconomici fanno centro. Per cui prima di rispondere al quesito e' bene porsene un altro e cioe': cos'e' il capitalismo? In effetti ci si attende che la risposta sia da trovarsi nella finalita' di un sistema economico che si organizza intorno al capitale di fabbrica per produrre   beni di consumo.  Invero,  Il capitalismo nasceva dopo l'avvento della fabbrica e si inseriva   a partire dalla fine del 800; la organizzazione industriale,  di contro nasceva abbastanza prima con l'avvento della produzione su scala verso il 1750 e quindi 150 anni prima grazie all'avvento dell'automazione nella produzione con l'etichetta di sistema liberale borghese di produzione.

Una nuova classe, la borghesia, si farà strada politica attraverso l'Europa concomitante le rivoluzioni 7/8centesche. Il carattere dell'industria era quello di produrre beni di consumo utilizzando tecnologie di scala a prezzi via via più bassi. Una ascesa che se da una parte trovava pieno riscontro tra consumatori e tra forza lavoro, trovera' non pochi oppositori in particolare in ambienti tradizionalisti. Il liberale diventava in quei anni l'antagonista al potere dinastico negli stati, a partire proprio dall'Inghilterra. Lecito quindi chiedersi se questo liberale e lo stesso di questo capitalista.  

Nei fatti la cultura non fa molta distinzione tra sistema liberale e capitalista e quindi sono visti un po come sinonimi.  L'analisi deve essere anche socioeconomica e quindi guardare anche alle classi che detengono gli interessi dietro la produzione. La visione che si riscontra nei fatti è che il capitalismo nasce dopo   sotto  una direzione  monarchica  piuttosto che una continuazione del modello liberale; un sistema che ruotava su nuove  leggi ad hoc  che  ha dato   ingresso a classi dirigenziali tradizionaliste nel mondo della produzione.  Un fatto nuovo.

Mentre i liberali era gente che nasceva tra la piccola borghesia artigiana che si cimento' nella produzione su scala raggiungendo ricchezza e quindi influenza politica, il capitalismo, fatto di cui non si ha piena cognizione oggi, nasceva dopo la constatazione che la produzione su scala potesse condurre a ricchezza e potere superiore a quella stessa del latifondo.  I re e la aristocrazia , gia dominatori  del  settore agricolo latifondista, corevano rischio  di rimanere, con l'avvento della produzione su scala, con gli spiccioli in mano a vendere prodotti alimentari nei mercati ortofrutticoli con il loro potere politico verso il declino.

 Quindi il primo rilievo da fare e' una constatazione leniniana, di  distinguere l'imprenditoria liberale da quella capitalista che sono specie diverse. Mentre la prima si puo' vedere come industria a base liberale-borghese, una imprenditoria su base fai da te,  la seconda e' una industria pianificata  a favorire certe classi a base oligarchica.   Bisogna anche vedere il fatto come era organizzato.

Poiche' il potere politico, poiche la propaganda che si fece strada e anche una pianificazione ideologica incessante, il capitalismo con la creazione di conglomerati di colossali dimensioni e attraverso legislazioni che favorivano accentramenti anche mirati a raccogliere il consenso delle classi lavoratrici, e' riuscito a inserisi nel sistema economico a fianco di quello liberale ma contando, a differenza del primo, su parecchi benefici e appoggi, leggi e  favoritismi e così ha preso piede e si e' affermato. Anche se oggi le monarchie non esistono piu' ( non in inghilterra dove il capitalismo si avvio'), il sistema è ancora li.

Per cui se con il capitalismo si fa strada anche meritocrazia, rifrasando quanto si e' sentito recentemente dal governo USA, è tutto da stabilirsi. Questa sua natura richiama che ad esempio proprio nelgi USA il sistema capitalista è dominante e subisce molta influenza britannica che è una monarchia. E se per colpire il capitalismo si colpiscono invece le fabbriche liberali? Operare la distinzione non e' facile. VI sono aziende autentiche liberali e aziende capitaliste che sono specie diverse. Se oggi qualcosa si puo' fare e' evitare che questo progresso del sistema di produzione faccia strada a scapito di certe classi , che taluni accedano mentre altri no. Ad esempio, hanno  tutte le classi economiche eguale accesso al credito bancario?  Si dovrebbe liberalizzare  le banche per prima, che oggi lo sono poco mentre hanno un ruolo determinante nello sviluppo economico capitalista; ridurre poi  lo stato sociale, fonte di clientelismi nella spesa ed infine limitare   l'ambito dei sindacati che, come sono organizzati oggi, è più facile che portino a cali dei salari che miglioramenti  riesumando invece quel patto tra lavoro e industria alla base di un sano sviluppo industriale.   ( Luglio 22)

 

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