Una inflazione difficile da contenere

L'inflazione e' definita come la variazione prezzi tra due periodi espressa in valori percentuali presa su un cosidetto paniere di beni. La piu' nota sulle cronache e' quella relativa ai beni al consumo. L'inflazione ha le piu' disparate cause tra cui si cita un eccesso di domanda di beni a livello aggregato, politiche monetarie troppo espansive, una carenza di offerta di taluni beni, l'aumento del costo di materie prime. Con riguardo alla inflazione che l'economia mondiale oltre quella italiana, sta sperimentando in questi mesi, si puo' creare una tabella su base dati istat relativi all'Italia. Tra Agosto 2021 e Marzo 22, la inflazione per le principali voci e' stata :

indice generale prezzi al consumo +5%

Prodotti alimentari +5,4%

Abbigliamento +1,4%

Energia elettricita' +54,7%

Mezzi di trasporto +3,3%

Esercizio mezzi di trasporto +13,3%

Si evince, quindi, un aumento di prezzi dovuto a specifiche componenti dell'indice generale in relazione al costo di energia, sia elettrico e quindi domestico, che di mezzi di trasporto.  In questo quindi l' inflazione si distingue dalla inflazione perdurante degli anni passati che era dovuta da eccessi di domanda e di carta moneta stampata, tendenza interrotta con l'avvento della banca europea che ha con successo contenuto la offerta di moneta nonche' seguente il maggiore rigore nella spesa pubblica secondo le direttive europee con la conseguente riduzione dei deficit pubblici che erano, tra le altre, anche causa di inflazione.

Fermostando cio', l'economia e quindi di turno il mondo della produzione e con questo l'andamento dei mercati di beni, risentono con maggiore impatto di peduranti effetti di aumenti di costi ; una costante o crescente inflazione conduce a staglflazione , cioe' effetti di stagnazione economica dovuta all'aumento dei prezzi;  viceversa gli effetti economici si possono invece arginare come minori se gli aumenti di prezzi dovessero rivelarsi isolati e occasionali.

Per comprendere se cio' e' il caso oggi, si può guardare alle componenti di questi aumenti. Come e' notizia di dominio pubblico, gli aumenti energetici sono causati dall'aumento di costi di petrolio e gas naturale dopo le misure di embargo alla Russia. In particolare nel periodo agosto- marzo 22  il petrolio e salito del 57,4% , mentre è piu' o meno stabile tra Marzo 22 e oggi. Il gas naturale e' salito del 42 % tra agosto e marzo 22 mentre dell'80% a tutto il Maggio 22.

Fermo stando che l'aumento in queste materie prime e' dovuto interamente a questi effetti, bisogna preliminarmente comprendere se questi aumenti sono destinati a perdurare o a fermarsi come fatti occasionali di tipo una tantum. Se l'inflazione inizia un corso perdurante si aggiunge presto un effetto indotto che viene praticato in quasi tutti i mercati e cioe' quello di aumentare i prezzi seguente l'aumento dell' inflazione per automatismo. Cio' avviene con i cosidetti aumenti istat spesso previsti nei contratti di ogni genere dalle forniture di beni agli affitti. In questo modo un aumento anche se occasionale per uno o due anni puo generare un aumento dell'indotto sicche' si avra' la tendenza per l'inflazione di proseguire nel tempo. In questo caso misure di legge specifiche potrebbero impedire questo indotto. 

L'effetto indotto si aggiunge all'aumento dovuto dalle politiche di embargo, queste ultime che sono trainanti. L'embargo sui beni dalla Russia dovrebbe essere abbandonato perche' impratico e antieconomico. Non facile discutere degli effetti di tale decisione poltica, ma si possono fare dei semplici ragionamenti.  Sembra, a livello politico, che l'equilibrio occidentale e' basato sugli accordi del 43-45 tra USA, GB e Russia ,   e i primi semmai dovrebbero intervenire a difendere i russi, invece fanno politica opposta a difendere uno stato satellite della Russia.  

 A favore dei russi bisognerebbe apprezzare che non si sono mai allineati ai cartelli energetici internazionali ( opec). Oggi, pero', si mette embargo proprio contro questo stato sollevando dubbi di convenienza. 

In breve ci sarebbero fondamenti politici per uscire da questi accordi ambargo che ridurrebbero i timori inflazionistici ma di fatto le politiche europee sulla questione, e dei  singoli stati,  vanno in tutt'altro indirizzo che evitare che questo stato si affermi e  la situazione politica suggerisce  possibile che sfocierà in una inflazione costante.

Le previsioni ufficiali oggi prevedono per l' Italia un inflazione per il 2022 al 5,9%  e per il 2023 al 2,4%. ( EC commission-spring 22) mentre per l'Europa  6,8 % (22) e 3,2% (23).  Una previsione che potrebbe essere rivista per il peggio se l'indotto che i rapporti per oggi non menzionano, dovesse mettersi in moto. 

L'inflazione si previene con corrette politiche